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23/12/2024 17:58
Potrebbe essere stata un’embolia da liquido amniotico a uccidere Andreea Antochi, la mamma rumena di 30 anni morta durante il parto al San Matteo, insieme al piccolo Sasha che aveva in grembo. Queste sembrerebbero essere le prime risultanze dall’autopsia che si è tenuta lunedì sulle salme delle vittime. Un esame a cui hanno assistito i consulenti nominati dalla procura, dai familiari delle vittime e dell’ospedale San Matteo.
Sul corpo della giovane donna sarebbe stato infatti ritrovato del liquido nei polmoni. Dalla prime evidenze, sembrerebbe quindi esclusa una patologia cardiaca sconosciuta.
Stando alle ricostruzioni dell’accaduto, la donna, sofferente da diverse ore durante il travaglio, aveva chiesto il taglio cesareo, ma i medici glielo avevano negato, non ritenendolo necessario.
La Procura della Repubblica di Pavia ha intanto aperto un’inchiesta dopo l’esposto presentato dal marito di Andreea, Florin Catalin Lovin. Le ipotesi di reato sono omicidio colposo e responsabilità colposa per morte in ambito sanitario. Sono pronti gli avvisi di garanzia per gli operatori sanitari in turno nella notte tra il 16 e 17 dicembre. Si parla di almeno due persone coinvolte, ma è facile ipotizzare che la lista sia destinata ad allungarsi tra medici, infermieri, ostetriche e operatori socio-sanitari che hanno avuto un ruolo nella tragedia. Anche l'ospedale San Matteo ha avviato un’indagine interna per risalire alle cause di un dramma che ha scosso l’opinione pubblica.