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23/12/2024 15:24
Al netto delle polemiche, quello che resta potrebbe essere la rabbia dei cittadini. I casi legati ai fascicoli dell’urbanistica e i dubbi che circondano la cosiddetta legge Salva Milano non smettono di lasciare solchi profondi nel dibattito pubblico milanese e nazionale. E, ovviamente, è un fiorire di polemiche anche tra maggioranza e opposizione.
Negli scorsi giorni, la Lega aveva proposto di istituire un fondo di garanzia per avere risorse adeguate a risarcire i danni che, eventualmente, cittadini e imprese dovessero chiedere per le conseguenze delle autorizzazioni edilizie mancanti. Una proposta che però è stata bocciata.
Al momento le inchieste della magistratura di cui si è a conoscenza sono sette, ma le pratiche acquisite dalla Procura sono una trentina e, per autotutela, il Comune ne ha «congelate» 150, in attesa di capire il destino del Salva Milano. La legge dovrebbe approdare in commissione al Senato solo a fine gennaio, ma le pedine sono già abbondantemente in movimento. Il sindaco Beppe Sala sta esercitando da settimane la propria influenza perché l’approvazione arrivi più in fretta possibile e senza modifiche.
Eppure, anche nel centrosinistra dello stesso Sala, c’è non poco imbarazzo per una norma che troppo facilmente viene bollata come un condono e il primo cittadino ne ha parlato anche con la segretaria del PD Elly Schlein. Ma modificare – se non addirittura affossare – il Salva Milano dopo averlo approvato alla Camera, di certo non sarebbe indolore.
E naturalmente, nel centrodestra sono in molti a chiedersi perché dovrebbero essere loro a levare le castagne dal fuoco del sindaco. Non a caso il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha chiosato: “Più che un Salva Milano è un Salva Sala”.
Nel PD continuano a parlare di una partita delicata. Una partita che – a microfoni spenti – qualcuno indica come quella che sancirà la sconfitta del centrosinistra alle prossime elezioni amministrative di Milano.